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Bill Vorn

MAKER ART. Portare l’arte nel mondo dell’innovazione. Intervista a Valentino Catricalà

Dal 18 al 20 ottobre si è svolta a Roma la settima edizione di Maker Faire, fiera internazionale dell’innovazione e della tecnologia, importante vetrina di invenzioni in campo scientifico e tecnologico, biomedicale, manifattura digitale, internet delle cose, alimentazione, agricoltura, clima, automazione e spettacolo, musica e artigianato.
Da quest’anno Maker Faire ha aperto le porte anche all’arte contemporanea creando la sezione inedita Maker Art curata da Valentino Catricalà già Direttore artistico del Media Art Festival di Roma (Museo MAXXI) nonché coordinatore dei programmi Arte della Fondazione Mondo Digitale e curatore del Kunstraum Goethe (Art Space) per il Goethe Institut di Roma e di importanti musei e istituzioni.

Seguo il lavoro di Valentino Catricalà da diverso tempo, anche perché la tematica dei suoi studi suscita in me molto interesse essendo io stesso artista incline all’utilizzo e al riferimento ai nuovi Media nella mia produzione.

Per questo evento Catricalà ha selezionato, con la giusta attenzione curatoriale, progetti creativi originali e di notevole spessore qualitativo: 26 opere realizzate da 31 artisti nazionali e internazionali, dislocate tra i 7 padiglioni della Nuova Fiera di Roma. Ognuna di esse, a dimostrazione della validità della scelta, è riuscita a coinvolgere un folto pubblico di fruitori, visibilmente attratti, sollecitati a continue e inusitate modulazioni del pensiero, proiettati in una sospesa dimensione di stupore, divertimento e incanto.

Nel mio percorso di esplorazione visiva di Maker Art ho incontrato Valentino Catricalà a cui ho posto alcune domande finalizzate ad approfondire la conoscenza di questa realtà espositiva innovativa.

Donato Piccolo, Unnaturalis

Questa è la settima edizione del Maker Faire, la più grande fiera dell’innovazione e della tecnologia in Europa.
Come è nata l’idea di inserire anche l’arte e come ha reagito il pubblico a questa intromissione?

Ho visto una lunga fila d’attesa per essere ritratto dai bracci robot di HUMAN STUDY #1, 5RNP di Patrick Tresset o per “annusare” Ephemera di Martin Romeo.

Valentino Catricalà: Ho sempre pensato che l’arte, soprattutto quella che usa la tecnologia, non sia importante solo perché aggiunge contenuti al mondo dell’arte, ma perché può essere un motore per l’innovazione tecnologica e per la società più in generale. Da questo assunto è nata l’idea di creare una sezione arte nella fiera più grande in Europa di creatività e innovazione. Da qui la scelta anche degli artisti, non semplice per il contesto, quelle da te menzionate sono state fra le opere di maggior successo.

Quali sono gli obiettivi più immediati che questa sezione si è proposta?

Valentino Catricalà: Come prima edizione volevamo coinvolgere un numero grande di artisti cercando di capire se il conteso permetteva una adeguata esperienza dell’arte. L’obiettivo era quello di far fermare lo spettatore, nel flusso costante della Maker Faire, e farlo concentrare e riflettere sulle potenzialità creative della tecnologia.

Martin Moreo, Ephemera 

La tecnologia è in continua evoluzione e rapida espansione. Può l’arte anticipare e suggerire nuove possibilità tecnologiche e nuovi orizzonti di contaminazione? (pensando ad artisti come Stelarc, Neil Harbisson o Bill Vorn e Patrick Tresset questi ultimi esposti entrambi in fiera)

Valentino Catricalà: La risposta è sicuramente positiva, anche perché lo ha sempre suggerito nuove possibilità tecnologiche e nuovi orizzonti di contaminazione. L’idea con Maker Art era proprio questa: trovare nuovi spazi per la contaminazione fra mondo dell’arte e dell’innovazione. Gli artisti da te menzionati fanno questo e alcuni da molto tempo. Bill Vorn, per esempio, in esposizione alla Maker, è uno dei pionieri dell’uso artistico della robotica, molto prima della grande ondata di interesse su questi temi. Fra i primi a dirci di non aver paura del progresso ma piuttosto di cavalcarlo.

In cosa consiste la principale differenza tra arte tecnologica e arte digitale?

Valentino Catricalà: Non ho mai amato il termine arte digitale. Non ho mai amato i termini che pongono la tecnologia come cifra di distinzione. Per questo ho preferito altri termini come Media Art, che permette di analizzare il fenomeno a una sua tradizione storica

Patrick Tresset, Human Study # 1, 5RNP

“Ars Electronica” a Linz (Austria) dal 1979, il Festival itinerante “Art Futura” dal 1995 e il “FILE Festival” a San Paolo (Brasile) dal 2000 sono tra gli eventi attivi più importanti dedicati all’arte dei nuovi media.
In quali altri appuntamenti possiamo trovare innovazioni tecno/artistiche e quali paesi dimostrano quindi una maggiore attenzione a questa tematica?
Per esempio, in Italia negli ultimi anni ho notato un sensibile aumento di interesse sull’argomento.

Valentino Catricalà: Bisogna dire che il panorama è molto mutato negli ultimi anni. Fino a qualche anno fa il rapporto tra arte e tecnologia era indagato solo da contesti di nicchia, come quelli da te menzionati. Nicchia rispetto ai contesti più patinati dell’arte contemporanea. Oggi il contesto è completamente mutato. Mostre su arte, intelligenza artificiale, robotica, ecc., sono all’ordine del giorno nei più importanti musei del mondo. Questo è, da una parte molto positivo, dall’altra si vedono spesso mostre che avrebbero bisogno di maggiore ricerca. Su questo punto Maker Art ha voluto fare un passo avanti: non tanto portare la tecnologia e l’innovazione nel mondo dell’arte, cosa che si sta facendo da molti anni, ma portare l’arte nel mondo dell’innovazione, nei nuovi equilibri economici mondiali.

Cod.Act, πTon

L’arte è spesso attenta ai cambiamenti sociali, al rapporto “uomo-tecnologia-natura”, ad una visione più ecosostenibile della tecnologia. Quali sono, in quest’ottica, i grandi temi affrontati in questa edizione di Maker Art?

Valentino Catricalà: Maker Art ha voluto affrontare il rapporto tra arte e tecnologia da quest’ottica nuova: di una nuova visione sostenibile che negli ultimi anni gli artisti stanno portando avanti. Una visione che è chiamata post-antropocentrica  che trova una nuovo rapporto con la tecnologia non nell’aggiunta, nel potenziamento, ma nel depotenziamento, verso un nuovo rapporto con la Terra (Gaia). E’ la visione di artisti in mostra quali Joaquin Fargas, Mattia Caselegno, Donato Piccolo, Ricahrd Garet e molti altri.

Sergei Komarov and Alexei Grachev, Exalation

Di recente hai pubblicato “Media art. Prospettive delle arti verso il XXI secolo” con Mimemis. A tuo avviso, quindi, nell’arte del prossimo futuro sarà sempre più preponderante l’utilizzo della tecnologia e dei new media o vedi anche altre direzioni?

Valentino Catricalà: Come dico in un libro di prossima uscita (per l’editore londinese Rowman & Littlefield) il rapporto tra arte, innovazione e scienza può rappresentare un futuro non solo per l’arte ma per nuove dinamiche economiche. Si sta creando un rapporto sempre più stretto tra gli artisti e aziende del settore tecnologico, centri di ricerca, ecc. Queste nuove sinergie sono il futuro.

Le prossime edizioni di Maker Faire si occuperanno ancora con continuità del rapporto tra Arte e Tecnologia?

Valentino Catricalà: Sempre…e vedremo che nuovi temi affronteremo…

Fonti e APPROFONDIMENTI:
- sito web ufficiale di Maker Faire

Emiliano Zucchini

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