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ANGAMC premia il ruolo sociale, l’etica e l’attività culturale delle gallerie d’arte

La realtà oggi nota con il nome di ANGAMC nasce nel 1964, 55 anni fa, come Sindacato Nazionale Mercanti d’Arte Moderna, convertendosi nel 2001 nell’attuale Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea.

Organizzata in 6 delegazioni sull’intero territorio nazionale, nasce con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi morali, economici e culturali della categoria, rafforzando la struttura del mercato arte grazie a interventi in ambito giuridico e amministrativo e incentivandone le potenzialità, affiancando una sempre maggiore professionalità.
La figura e l’attività del gallerista vengono definite con chiarezza non solo negli aspetti giuridico-amministrativi, ma anche in quelli culturali, etici e sociali.

Ho sempre guardato all’attività dell’Associazione con curiosità e ammirazione, perciò ho colto l’occasione del Premio ANGAMC 2019 per incontrare Mauro Stefanini della Galleria Open Art di Prato, Presidente in carica di ANGAMC con mandato rinnovato fino al prossimo 2022, per cercare di tracciare un quadro della situazione gallerie e chiarire l’importanza dell’Associazione, proseguendo sulla scia dell’intervista ad Art Lawyers.

Lo scorso 02 febbraio 2019, durante l’ultima edizione di ArteFiera, è stato conferito il Premio ANGAMC 2019 alla memoria del gallerista bolognese Pasquale Ribuffo, a pochi mesi dalla sua scomparsa, come “riconoscimento per gli oltre cinquant’anni di attività di ricerca svolti nel campo dell’arte contemporanea”, fondatore insieme a Franco Bartoli della Galleria De’ Foscherari nei primissimi anni ’60.
Vuoi condividere con i lettori qualche parola in ricordo di Pasquale Ribuffo?

Mauro Stefanini: Purtroppo non ho avuto l’occasione di conoscerlo approfonditamente, ma ho sempre guardato con ammirazione all’attività della Galleria de’ Foscherari; grazie alle testimonianze di chi lo conosceva in profondità, ho potuto comprendere quanta passione e competenza abbia saputo profondere nella sua “creatura”, proponendo con sensibilità e attenzione la sua personale idea di galleria d’arte quale luogo ideale per il dialogo tra i linguaggi moderni e contemporanei dell’arte. Guardando all’eredità spirituale e culturale che Ribuffo ci ha lasciato in dono, è nata spontaneamente la scelta di assegnargli il premio alla carriera, in completo accordo con i colleghi che compongono il consiglio nazionale dell’ANGAMC.

Si tratta della terza edizione del Premio ANGAMC, istituito nel 2017 e assegnato nello stesso anno a Carla Pellegrini “per la straordinaria attività di promozione artistica e culturale condotta con la Galleria Milano dal 1964 e per la sua attiva partecipazione all’Associazione fin dalla sua fondazione”.
Nel 2018 invece è stato premiato Giorgio Marconi con lo Studio Marconi ‘65 di Milano “che dal 1965, con il suo straordinario lavoro dedicato all’arte e alla promozione degli artisti, ha nobilitato la preziosa professione del gallerista”.
Com’è nata l’idea di istituire un premio per galleristi fondato su “meriti artistici, umani e professionali”?

Mauro Stefanini: L’idea di istituire questo premio nasce soprattutto dalla stringente necessità di riconoscere alla figura del gallerista il ruolo di promotore culturale che gli compete per definizione. È ovvio che non si possa prescindere dall’aspetto commerciale che evidentemente caratterizza la nostra professione, ma la produzione di cataloghi, la riscoperta di maestri storici o la proposta di giovani artisti ci permette di lasciare una traccia tangibile del nostro operato arricchendo, nel nostro piccolo, il patrimonio culturale della società in cui viviamo.
È un atto dovuto premiare quei colleghi che sono riusciti nel difficile compito di divenire, forse inconsapevolmente, esempi a cui le generazioni future di galleristi possano guardare.

All’interno di questo contesto, quale peso ha avuto la collaborazione con ArteFiera e, più in generale, come collochi l’importanza di costruire partnership verso un obiettivo condiviso?

Mauro Stefanini: È da qualche anno che il nome dell’ANGAMC si lega a quello della kermesse bolognese e, riallacciandomi a quanto si diceva, non credo si potesse immaginare un palcoscenico più adatto per il conferimento di un premio così importante, per il messaggio di cui si fa carico, anche per la natura istituzionale di Arte Fiera.
Le partnership dell’ANGAMC con gli enti fieristici rappresentano una fase fondamentale dell’attività di Associazione poiché sono la base per uno scambio di valori che giova ad entrambi.
Le fiere sono vitali per l’attività delle gallerie ma, senza il supporto di quest’ultime, andrebbero anch’esse incontro a grandi difficoltà.

Continuando sulla stessa linea, quale ruolo ha la comunicazione e, in particolare, i social media nel contesto dell’Associazione e delle gallerie?

Mauro Stefanini: È un ruolo di primissimo piano. Le rispondo con semplicità: l’ANGAMC ha un sito web, è presente e attiva su Facebook e Instagram ed è seguita da un ufficio stampa: i canali social sono fondamentali per farci conoscere e per aggiornare le gallerie, associate e non, sulla nostra attività.
La comunicazione ha lo scopo primario di far conoscere e diffondere le nostre iniziative e tutto l’impegno profuso per difendere gli interessi della categoria.

 

Quali sono i più importanti traguardi raggiunti da ANGAMC in più di mezzo secolo di attività e, ad oggi, quali sfide restano invece da vincere?

Mauro Stefanini: L’obiettivo primario di ciascuna associazione di settore è quello di costruire una credibilità che le possa permettere di essere riconosciuta e accolta al tavolo con le istituzioni.
Di questa credibilità vado molto fiero, grazie ad essa abbiamo intavolato dialoghi molto proficui con Mibact, Siae e Agenzia delle Entrate che sono gli interlocutori con i quali discutiamo dei temi che stanno più a cuore ai nostri associati: siamo riusciti a eliminare il diritto di seguito sulla prima vendita avvalendoci della preziosa collaborazione con l’Avv. Silvia Stabile.

Quante adesioni conta l’Associazione e come si è evoluta la partecipazione dei soci?

Mauro Stefanini: Attualmente l’ANGAMC è composta da circa 200 gallerie d’arte moderna e contemporanea e il numero degli associati è in crescita. Nella sua storia recente, rispetto a quanto avveniva in passato, è aumentato il coinvolgimento da parte degli operatori del contemporaneo. Abbiamo inoltre registrato l’ingresso di gallerie di primo livello la cui esperienza e professionalità si sta dimostrando fondamentale per la crescita dell’Associazione, garantendo un ritorno di immagine di cui stiamo raccogliendo i frutti.

Tra le tante attività di sostegno alle gallerie, qual è l’ambito che richiede l’impegno maggiore?

Mauro Stefanini: Come già accennato l’impegno maggiore è quello di essere un interlocutore credibile ed ascoltato dalle Istituzioni e contestualmente da quei soggetti (come Agenzia delle Entrate, Siae ed Agenzia delle Dogane) che hanno competenze che incidono enormemente sulle attività quotidiane di un gallerista.

Si può dire che essere soci ANGAMC rappresenti una garanzia di professionalità verso i collezionisti e gli attori del sistema dell’arte?

Mauro Stefanini: L’espressione di ottime qualità professionali e morali e la sicurezza di operare nel rispetto della deontologia professionale è quanto chiediamo ai nuovi associati, assicurando così, al collezionista che si rivolga ad una galleria ANGAMC, di acquistare un’opera d’arte in un contesto serio, professionale e trasparente. Mi piace che il logo dell’Associazione venga associato al concetto di garanzia di un acquisto sicuro, una sorta di bollino di qualità.

Nuovi progetti, prospettive e speranze per ANGAMC.

Mauro Stefanini: Con il Consiglio stiamo pensando di organizzare una convention dedicata ai galleristi, una sorta di Stati Generali della categoria, per dialogare tra di noi ed individuare le problematiche più urgenti e le azioni condivise da porre in essere per tutelare l’interesse dei galleristi. Ci sono ancora tantissime battaglie da combattere per i nostri associati.
In particolare la mia speranza è che si diffonda sempre di più la consapevolezza del ruolo culturale della nostra categoria e che l’Associazione continui a crescere nei numeri degli Associati e nella capacità di rappresentarne le istanze e gli interessi.

Infine, hai qualche consiglio per le nuove generazioni di galleristi, o aspiranti tali?

Mauro Stefanini: La sola passione non è sufficiente per portare avanti un’attività complessa quale quella del gallerista. Bisogna studiare, viaggiare, frequentare fiere, musei e gallerie, sviluppare una fitta rete di relazioni: i collezionisti sono sempre più aggiornati e esigono che gli operatori a cui affidano i loro risparmi siano molto preparati. Infine è bene partire con una buona solidità economica: i costi di gestione di una galleria sono alti se si pensa agli oneri derivanti dalla partecipazione alle fiere, alla produzione di mostre con relativi cataloghi, all’acquisto o all’affitto del fondo ed infine all’acquisto delle opere d’arte. È un lavoro eccezionalmente stimolante che può dare grandissime soddisfazioni ma va fatto sempre con competenza e professionalità.

Fonti e approfondimenti: 
- sito ufficiale di ANGAMC (link)

Alice Traforti

Founder e Redazione | Vicenza
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