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La “Revolution” Patella

Dagli anni ’60, Luca Maria Patella, “artista totale”,  agisce con un ampio spettro di linguaggi concettuali e sperimentali: film-opera,  video, performance, scultura e fotografia, molto spesso anticipandone le tendenze. Pioniere dell’arte multimediale, ha molto viaggiato e vissuto all’estero, incontrando personaggi che hanno fatto la storia della Cultura europea. Negli Stati Uniti, ha studiato Chimica Elettronica Strutturale.  Dalla scienza e dalla psicoanalisi, ha attinto per creare lavori cross-disciplinari, quando ancora questo termine non era entrato nelle aule universitarie.  Ugualmente dotato di una vasta cultura classica,  ha molto operato anche in ambito letterario e critico, componendo svariati saggi, romanzi e poesie. Grande sperimentatore e manipolatore del linguaggio, con aggraziata ironia e intelligenza affilata come un rasoio lo analizza e lo scompone, gioca con le sue possibilità espressive per suggerirne  le molteplici ambiguità: come pienamente dimostrato dall’intervista che ci ha concesso.

Mi parlerebbe della sua formazione?  Quando è nata la sua passione per l’arte? Ha spesso parlato dell’importanza del rapporto con suo padre, cosmologo umanista.

Luca Maria Patella: La mia formazione è stata (ed è) molto inusuale e varia. L’arte la praticavo .. da sempre (!). Dettavo e illustravo libri ad una zia inglese, a 4 anni ecc. C’è di mezzo mio padre Luigi, scienziato artista .. A mio padre ho dedicato omaggi, quali il “Mysterium Coniunctionis”, un complesso di 14 grandi opere (e operazioni, e libro) “mito-cosmiche”. Questo lavoro ha compiuto un tour in 15 Musei Europei (dal ’94: Palais des Beaux Arts, Bruxelles, Barbican Centre, London…a oggi). Un altro complesso lavoro è la “Maison du Plaisir Cosmique”, più recente nonché digitale e che riunisce: Claude-Nicholas Ledoux, Luigi & Luca Patella.

La Maison du Plaisir Cosmique ( .. XVIII-XX-XXI secolo). Lavoro digitale [ se ho potuto costruire la “ Magrittefontaine” di 3m. per la Mairie de la Ville de Bruxelles, per la “Maison-virtuale” : ci vorrebbe un miliardario texano (?) per concretizzarla, e farne un “Museo” alto trenta m.]. In realtà ho trasformato – con il capace concorso dell’amico architetto Franco Pettrone – una “Maison de Plaisir” (casa di Piacere), di cui Ledoux, l’architetto utopista francese, ci ha lasciato le incisioni-disegni; .. trasformata-dicevo- in un “Cosmoscopio”, sovrapponendovi un Cielo ( .. rotante) di mio padre. Così che l’opera può attribuirsi a Claude Nicholas Ledoux + Luca Patella + Luigi Patella. [Ho anche pensato di ambientarvi un mio film (dal ’70 ad oggi) che implica Marino Mase’, che è un attore godardiano, nonché Carlo Cecchi ed altri. Il film è in gran parte girato, e il suo titolo è “ Luca Patella Lu’ capa tella” (he picks limpets: lui sceglie patelle o conchiglie) .. e anche se è una delle mie opere interrotte (o parzialmente realizzate): data la quantità d’invenzioni, linguistiche e altro, che mi .. trascinano!]. ©Luca Maria Patella
Dopo gli studi classici, negli Stati Uniti ha studiato Chimica elettronica strutturale. Che cosa l’ha portata a scegliere di esprimersi più con l’arte che con la scienza, o a parlare di scienza attraverso l’arte?

Luca Maria Patella: Ero arrivato ad essere giovane assistente di Linus Pauling, doppio premio Nobel, nient’affatto scaduto. Ma ho voluto tornare in Europa, ove ho lottato un anno .. con me stesso, prima di capire e sentire che, nella Scienza, avrei potuto praticare solo essa, mentre in un’ “Arte Scientifica” potevo praticare Psicologia, (l’altro mio interesse), Scienza, e Arte (che continuavo a Inventare). Devo anche chiarire che per Scienza, non si deve intendere una .. “stupidaggine realistica” o unicamente logica e matematica! Questa è una incultura convenzionale: proprio quella che io combatto.

Mi potrebbe parlare del suo rapporto con l’ambiente surrealista degli anni cinquanta, e in particolare con Andre’ Masson, della sua esperienza con la psicologia Junghiana, e con il processo d’individuazione di Ernst Bernhard?   E il suo rapporto con la Teosofia?

Luca Maria Patella: A Parigi, anche prima degli anni sessanta, ho conosciuto molti personaggi di varie discipline. Masson mi interessava per la sua personalità, e per il suo proto-dripping. Oltretutto, essendo genero di Jacques Lacan mi introduceva ad esso. Potrò raccontare che, per Lacan, Masson aveva dipinto una versione castigata di “L’Origine du Monde” di Courbet. Lacan poteva -mediante una fune e una carrucola – coprire l’originale: troppo scandaloso per la cameriera quando faceva le pulizie dello studio. A Roma, nei secondi anni cinquanta, frequentavo Ernst Bernhard, padre dello Junghismo italiano, e analista di Olivetti e Fellini. Ma l’aspetto “ciarpamistico” di Jung non mi interessa…Sì, quello della “tras-formazione”! Ho anche complementato Jung con Alfred Adler, Harry Stack Sullivan etc., e mi sono anche, ad esempio, fatto analista di Marcel (Duchamp!).


Luca & Rosa, Arnolfini Cosmici, at Madmountain (1973). 
Luca & Rosa (il collegamento è anche ad un’altra immagine di noi due, come “coniugi Arnolfini” di Van Eyek) si trovano nello studio cosmico di Luigi Patella. Di fronte a Luca: sta il “Canosso” che – con il suo guinzaglio rosso – puo’! .. tirare Luca&Rosa, in tanti luoghi (in un film!). © Luca Maria Patella
Lei ha avuto una formazione (e vita) cosmopolita. C’è stata qualche esperienza in particolare che l’ha indirizzata verso il suo “linguaggio totale”? Qualche luogo che ricorda con particolare piacere?

Luca Maria Patella: In parte ho raccontato la mia cultura (legata, “per-donatemi”: a intelligenza & inventività). Ora vorrei raccontare come André Breton abbia chiesto a Jung quale fosse l’incontro più importante per lui. Jung risponde: la Nascita e la Morte. Beh, mi piace abbastanza, ma io a André risponderò: Rosa [Foschi], artista molteplice, e il mio Inconscio Dialettico .. Mentre un luogo, può essere Madmountain (il mitico Montefolle che appare in molte mie opere): cioè pericoloso isolamento / ma Individuazione (non fintamente sociale, come si straparla in certi così-detti Socials .. in realtà: ambìti / àmbiti Convenzionali!).

A metà degli anni sessanta abbandona il segno “perché con il segno non si poteva andare oltre.” E si dedica alla fotografia. Può parlarmi delle sue prime esperienze fotografiche, e come pensava che queste potessero condurla ‘oltre’?

Luca Maria Patella: Sì, anche prima dei ‘60. Se, andando a Parigi, avevo ideato “l’acquaforte fotografica a colori simultanei” (Patella-Hayter): ben presto ho assunto e trasformato macchina fotografica e cinepresa come medium inventivo. E poi: “oltre” .. ed è così che ho anticipato molte Tendenze.

Molti critici hanno riconosciuto la sua opera “Terra Animata”, del 65/67 come proto land-art, e lei ama definirla proto-cinema. Potrebbe spiegare?

Luca Maria Patella: “Terra Animata”, film, opera & operazioni, sono la definizione di un “Tèmenos”di strutturazione, da parte di “esseri umani indicativi”, su vaste distese di campi arati. Un lavoro proto-concettuale, comportamentale e poverista. Anche recentemente, al Moca di Los Angeles, definito “a key work in the History of Land Art”. Ma, non solo a detta mia, è anche un esempio di proto-cinema, nonché una ironizzazione della troppa semplicità della Pop e Op .. Ogni specifico, chiuso in sé, non è che uno specifico di Potere. Un mio aforisma dice: “non voglio essere relegato, nemmeno nello .. specifico dell’arte!”

Terra Animata (1965) -67 (film-opera, comportamento, e altri ribaltamenti collegati). Vedi nel testo dell’intervista. Già nel 1967, Giulio Carlo Argan mi assegna (per questo ed altri lavori) un premio internazionale, alla V.me Biennale de Paris. © Luca Maria Patella
Dagli anni sessanta il suo fare oscilla fra l’immagine e la parola. Le sue opere scritturali come si relazionano con quelle più immediatamente visuali? E sul piano semiologico, cosa innesca l’ispirazione?

Luca Maria Patella: Ecco i “Libri Lavoro”. Come i films non erano documentari, i libri non sono cataloghi. Tutto ciò: per essere più Vero e più Realista (ammesso che .. La realtà esista e non sia un miraggio psicologico!). E questa è anche un’operazione politica “contro lo sfruttamento (psicologico ed economico) settario-settoriale: “id-e-azioni” linguistiche, psicologiche, politiche!” L’approfondimento dei tanti specifici relazionati .. deve essere estremamente maggiore di quanto si usi. La superficialità è avvilente e aggressivamente mostruosa! Come si può credere che le novità mediali rendano tutti intelligenti e conoscitori della Storia?

Trova che il linguaggio sia cambiato in modo sostanziale nella digital age? E cose le piace, o no, dei nuovi media? (web, social)

Luca Maria Patella: È stato osservato che il mio fare innesca e precorre tali dimensioni. Pur non negando certi evidenti avanzamenti, non è esattamente questo: quello per cui opero e operavo. Perché la mentalità e sensibilità comune, erano e continuano ad essere meccanicistiche, deterministiche, idealistiche, senza alcun accenno di sviluppo e consapevolezza psicologica (dell’inconscio che ci condiziona, come aveva ben compreso Denis Diderot). Su questo grande intellettuale e artista ho scritto un libro + “azione auto-proiettiva”, già negli anni ’70-’80. Diderot non solo e non tanto illuminista, quanto: proto-psicoanalista auto-proiettivo. Spero di ripubblicare presto questa incredibile scoperta di Denis ..  e mia! (il libro è esaurito). Insomma, Diderot dopo la grande fatica dell’”Encyclopédie”, razionale e sociale: scopre che in essa non era compreso .. Denis stesso!

Luca dis-enameled (XX – XXI) una Polaroid © Rosa Foschi – Fa parte di una vasta serie (Rosa è fotografa, poetessa e pittrice). Mi si vede .. in relazione ai miei “Letti para-duchampiani, Right e Wrong” : un’analisi di Marcel Duchamp, autoproiettivo. Una grande mia antologica si intitola “DEN & DUCH dis-enameled” (Diderot & Duchamp sverniciati)!
In un’intervista ha affermato: “l’artista per me è estremamente sguinzagliato ma anche estremamente calibrato”. Alludeva a una dialettica fra inconscio e ragione nell’azione artistica? Se altrimenti, potrebbe spiegare?  

Luca Maria Patella: Eh sì, e grazie! Si tratta di avviarsi verso una difficilissima integrazione dialettica di Coscienza & Inconscio. È questa che manca! Del resto: ci rendiamo conto (o tonto?) che la Terra, nel Cosmo .. è del tutto inesistente?! Gli innegabili progressi (?!) digitali, sono comunque di velocità e di diffusione, non certo di durata, né sempre di qualità. L’uniformità convenzionale (cosa disumana) cresce .. oppure è sempre stata vasta e sc’arsa”..

 È del 2018 la sua mostra alla Galleria Milano “NON OSO-OSO NON essere”. Potrebbe spiegare come nasce questo titolo?

Luca Maria Patella: Sono parole che “funzionano” al dritto e capovolte! E il “Non essere”: è l’inconscio (il “mondo sanza gente” come dice un altro grande: Dante). È anche il titolo di un mio libro recente (Galleria Il Ponte, Firenze, 2017). Ma, storicamente, ho avuto tanti rapporti con gallerie e Musei Internazionali. L’Attico di Fabio Sargentini, negli anni ’60 (ed ecco il mio film-opera “SKMP2″, del ’68, o gli ambienti proiettivi animati e tante altre imprese).  Più recentemente, Giuseppe Morra di Napoli (“Patella ressemble à Patella” è un libro da lui edito per l’Antologica a Castel Sant’elmo di Napoli ).  Attualmente i miei “Alberi Parlanti” sono esposti alla Casa Morra. La loro origine è presso la “Walker Art Gallery” di Liverpool, nel ‘71.     Ma desidero accennare ad una mia sorprendente Antologica (di 700 opere, teorie e operazioni).  L’ho tenuta al museo “MUHKA” di Antwerpen, nonché tante altre esposizioni nel mondo. Nella mia prediletta Antwerpen, ero già dagli anni ’60. Le ricerche sono sempre aperte. (a Bruxelles, una “Magrittefontaine Fisiognomica” alta tre metri e tornita sul profilo di René, in pierre bleue). Teniamo però presente che, se volere è (?) potere .. il Potere Non vuole alcuna tras-formazione! Battere Moneta autentica in un Mundus di falsari .. è assai pericoloso! Nella Storia: Eraclito, Lucrezio, Ovidio .. sono finiti male. Le poesie di un altro Grande, Catullo, hanno rischiato di scomparire!

Gli Alberi Parlanti – Walker Art Gallery, Liverpool 1971. Qui Luca si autofotografa, mentre si ascolta in un “Albero” (da lui costruito) che dice poesie (italiano, francese, spagnolo) da lui composte .. per questo “Ambiente ultra-multimediale” e avveniristico (!). A dire il vero, grandi operatori digitali hanno detto: Patella, noi non possiamo fare altro (con i nostri mezzi) che cercare di seguire le sue invenzioni .. niente di più. La mia super-soggettività: è una concezione di lavoro e di responsabilità! ©Luca Maria Patella
Le piace minare i luoghi comuni: c’è un nuovo luogo comune che minerebbe volentieri?

Luca Patella: Una A rosa : aro, sa?! E semino, e .. se mino! .. eh, se mino ..

Esiste un luogo insolito, dove metterebbe una sua opera?

Luca Maria Patella: ..Ov’unque: Ovum umquam: finalmente un Ovum di Totalità!

 Ha in programma qualche progetto di cui vorrebbe parlarmi? (anche solo desiderato)

Luca Maria Patella: Tanti, ma ne dirò uno: un grosso libro-lavoro, che è a buon (!) punto e che si chiamerà “Canzoniare”, anzi, “Canzoniare & amare”  ..  D’altronde l’intervistatrice “ben sa” che approfitto dell’intervista: per fare lavoro. È così che concepisco le domande/risposte! Il mio è un lavoro prospettico e in atto: pratico e innovativo. Del resto, che aspettiamo a renderci conto della “rivoluzione” psico-politica di Diderot? Sarà che la cosa è troppo rivoluzionaria .. o che si cerca di cambiare le scarpe della “rivoluzione” patelliana? (ops!)

Ora, i miei Ringraziamenti vanno alla gentile e acuta Intervistatrice. Sono molto contento di trovare un’assonanza ed una competenza psicoanalitica, per dialogare .. Tali conoscenze sono inspiegabilmente rare .. da trovare nei critici, femminili o maschili che siano.

E a Voi, gentili Lettrice e Lettore: avrete notato come il mio lavoro comprenda una autoimplicazione pratica e psicopolitica, un pensiero che spacca i capelli in 444 parti (e non è niente .. rispetto alle distanze inter e intra –atomiche!). Per quanto io intenda del tutto spiegarmi .. non sempre posso risultare ben accetto. Se, poi, ho dato l’impressione di credermi perfetto (o prefetto): proprio mi son sbagliato e vi chiedo di per-donarmi. Io cerco e intendo operare per me, per lei, per tutti .. e spero anche per voi!

In ogni caso, 3 Grazie e 9 Muse,

Dal vostro Luca Patella

Autofoto camminanti sbadate (anni ’70). Mi autofotografo con la macchina in mano. Sbadate .. è per puro understatement! (Attualmente posso chiamarle “proto-selfies!”) Sono di fronte al mare, poi nella campagna toscana. Con Rosa, camminiamo verso la Basilica di San Biagio (di Antonio da Sangallo il Vecchio, un’anticipazione del San Pietro Romano). Siamo alla base di Madmountain (Montefolle -Montepulciano). Si tratta di strisce di “contatti o provini” (numerosissimi, nei miei archivi o fondi .. senza fondo, che .. mi sorprendono, a volte). ©Luca Maria Patella

 


Maggiori approfondimenti sul sito dell’artista

Alessandra Alliata Nobili

Founder e Redazione | Milano
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