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Una Galassia per il Cambiamento: THE MILKY WAY alla GALLERIA CONTINUA

La GALLERIA CONTINUA di San Gimignano ospita la settima edizione di The Milky Way, una costellazione di mostre ideata da Damiana Leoni per raccogliere fondi a favore dell’Associazione Pianoterra ETS, un’organizzazione no-profit che sostiene le famiglie che vivono in condizioni di precarietà economica e sociale con particolare focus sulla salute e benessere dei minori e sulla relazione madre-bambino.

La settima edizione di The Milky Way, promossa da Fondazione Beta con il patrocinio della Reale Ambasciata di Danimarca, ruota attorno alla domanda “Dove sono?”. L’ interrogativo esprime il senso di smarrimento vissuto dalle persone più fragili quando si trovano in contesti nuovi e sconosciuti. Oltre quaranta artisti hanno risposto all’invito di donare un’opera, i cui proventi contribuiranno alla creazione di due nuove aree giochi all’interno di uno spazio comunitario che sarà inaugurato a Napoli nel 2025.

Abbiamo chiesto alla curatrice di The Milky Way, Damiana Leoni e a Ciro Nesci, co-fondatore di Pianoterra ETS insieme a Flaminia Trapani e Alessia Bulgari, di raccontarci la mostra e le connessioni tra Pianoterra e il progetto The Milky Way.

Più informazioni su Pianoterra e le loro attività in fondo all’intervista.


Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra,

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Damiana, potrebbe parlarmi di come il tema di questa mostra racconta le attività di Pianoterra?

Damiana Leoni: L’associazione Pianoterra, che ha base a Napoli, sta investendo in un progetto importante, un nuovo spazio nel cuore del centro storico di Napoli dedicato ai bambini. Dopo aver visto il progetto e visitato lo spazio, ho pensato che le persone accolte in questi centri provino un senso di spaesamento, perché non hanno un punto di riferimento, anche fisico. Allora ho racchiuso in un’unica domanda, “Dove sono?”, quest’idea, e intorno a questo concetto si è costruita tutta la mostra. 

 Quando nasce Pianoterra e con quali finalità?

Ciro Nesci: Pianoterra è nata nel 2008 dalla volontà di mia moglie Flaminia Trapani, di Alessia Bulgari e mia, di guardarci intorno e cogliere le ingiustizie sociali. Flaminia è psicoterapeuta e io provengo dal mondo della riabilitazione, facevo il logopedista e lavoravo soprattutto con i bambini. Mi capitava d’incontrare bambini che non avevano patologie specifiche, ma solo un disagio sociale. Da qui è nata l’idea di rivolgere a loro la nostra attenzione nel tentativo di cambiare traiettorie di vita segnate in partenza da una condizione di svantaggio e povertà.

Abbiamo cominciato a lavorare con i bambini piccolissimi, e fare un lavoro di prevenzione con le donne incinte.  Solo da poco tempo è stata riconosciuta l’importanza dei primi mille giorni di vita come momento cruciale per la formazione di un individuo, ma quando abbiamo cominciato ad occuparci dei neonati sostenendo le loro madri anche con la distribuzione di beni materiali, era una cosa che non faceva nessuno.  

Questa attenzione nella distribuzione di beni materiali era comunque vincolata all’impegno per le madri di cominciare un percorso di relazione con noi e svolgere delle attività. Intorno a questa azione abbiamo costruito il tutto.

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra,

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

I temi che scegliete per ciascuna edizione di The Milky Way sono sempre legati ai diversi progetti portati avanti dall’associazione?

Damiana Leoni: È la chiave fondamentale di questo ciclo di mostre. L’idea è proprio quella di trovare un tema che sposi i progetti dell’associazione. Lo stesso titolo The Milky Way nasce dal primo progetto che abbiamo sostenuto, che si chiamava ‘diritto di poppata’, e prevedeva attività di sostegno all’allattamento al seno e, nei casi in cui questo non era possibile, la distribuzione di latte in polvere per garantire ai bambini ciò di cui avevano bisogno per crescere.

Quindi il tema era quello del nutrimento e della cura.  Poi insieme a Ciro, Flaminia e Alessia abbiamo deciso di mantenere il nome per l’intero progetto, perché comunque è una galassia di mostre e di progetti che noi portiamo avanti e finanziamo, ma coinvolge anche una galassia di artisti.  Tutti gli artisti sono generosi e in tutte le mostre realizzate solamente due artisti mi hanno detto di no, ma solo per impegni professionali pregressi.

Com’è nata la collaborazione con GALLERIA CONTINUA?

Damiana Leoni: Tutto il progetto nasce con l’idea di mostre di galleria. Ho una conoscenza pluriennale con i meccanismi delle gallerie e soprattutto conosco la bravura dei galleristi nell’ entrare in questo nostro progetto ed esserne partecipi e in seguito molto contenti, perchè siamo stati in grado di trasmettere loro un’esperienza diversa. 

È un momento di lavoro insieme. Inoltre, mi sento in una struttura protetta: anche questo sentimento si collega al discorso di questa mostra.  La prima edizione di The Milky Way è stata ospitata nel 2014 dalla galleria Lia Rumma di Napoli, perché l’associazione nasce a Napoli. 

Alla GALLERIA CONTINUA sono giunta non solo per il legame di collaborazione come collega, ma soprattutto perché loro stessi nascono come associazione e hanno realizzato molti progetti rivolti al sociale. Mario Cristiani venne da noi tempo fa e quando gli raccontai il progetto mi disse che sarebbe stato bello realizzarlo insieme. È dunque venuta naturale la collaborazione con CONTINUA. Qui a San Gimignano ho veramente giocato in casa, la sensibilità su questo tema è fortissima.

Ciro Nesci: Vorrei aggiungere che Damiana ha avuto l’intuizione di collegare due mondi apparentemente distanti fra di loro coinvolgendoli in questa “Via Lattea”. All’inizio eravamo curiosi di vedere come avrebbe preso vita questa iniziativa; poi magicamente, quasi per equilibri astrali, questa collaborazione prosegue da oltre dieci anni.  Abbiamo coinvolto quasi trecento artisti grazie alla disponibilità di Damiana e a quella dei galleristi.

Letizia Cariello, Je suis passè (PAR) ICI, 2024—2025 Ottone lucidato cemento e filo di lana rossa 32 x 26 x 34 cm

Letizia Cariello, Je suis passè (PAR) ICI, 2024—2025 Ottone lucidato cemento e filo di lana rossa 32 x 26 x 34 cm |
Courtesy l’artista 

All’interno della mostra, che ha un tema unico ma raccoglie lavori molto eterogenei, lei, Damiana, ha costruito con destrezza un filo conduttore che la rende unitaria. Me lo racconta?

Damiana Leoni: È vero, i 42 artisti in mostra presentano 42 lavori molto diversi fra di loro, anche se il punto di partenza è la domanda “dove sono?”. Ho quindi costruito un mio racconto e un percorso che attraversa la mostra, che qui semplifico e che inizia con l’idea di nascita, quindi legato alle attività di Pianoterra.  

All’ingresso siamo accolti dal nido, dell’artista Camille Henrot accanto alla culla che Letizia Cariello ha costruito con i suoi caratteristici fili rossi di ferro. Segue il lavoro di Pascale Birchler, la Titanide Phoebe che regge la sua torcia, simbolo della luce che ci accoglie alla nascita. Le opere di Serse, Luca Federico Ferrero, Massimo Bartolini e Marta Spagnoli, hanno forme di vortici, e richiamano lo spaesamento in cui ci sentiamo scaraventati alla nascita.

Massimo Bartolini, Loco Tondo, 2024, Inchiostro su carta, 30 x 40,5 cm

Massimo Bartolini, Loco Tondo, 2024, Inchiostro su carta, 30 x 40,5 cm | Courtesy l’artista

Altri lavori ricordano i tocchi primordiali dell’uomo sulla natura, primo elemento che ci ha abbracciati: la pietra di Giorgio Van Meerwijk, la ruggine su tela di Valentina Palazzari, gli elementi vegetali nel lavoro Loris Cecchini e Bianca D’Ascanio.  Il cerchio si chiude con l’elemento domestico: la casa di Seboo Migone e quella rurale di Costanza Chia accanto alla scultura raffigurante tre galline di Hans Op De Beeck. Altri lavori si riferiscono a oggetti che si trovano all’interno della casa: la natura morta con bottiglie di Ai Weiwei e la sedia di Alberte Agerskov per esempio. 

 In un piccolo spazio separato, il lavoro concettuale di Eugenio Tibaldi mi ha ispirato a creare una sorta di ‘playground’ dell’infanzia, con le lampadine di Giacomo Pellizzi simili a quelle che si lasciano accese di notte nelle stanze dei bambini, la maschera di Alejandra Varela Perera, e un lavoro di Arcangelo Sassolino che pare una macchia di pongo gettata sul muro. L’idea di fragilità ispira il lavoro poetico di Michelangelo Consani, una testa di un bambino che ha un lato danneggiato.  

L’ultima è la stanza meditativa della saggezza, con la documentazione di una performance di Carlotta Bulgari, una finestra di Giovanni Ozzola e il lavoro di Tommaso Spazzini Villa, una foglia secca sospesa in un piccolo ambiente di ferro che con la sua ombra ricorda un anziano curvo, un’immagine di solitudine che si ricollega al titolo “Dove sono?”. 

A proposito di quello che diceva Ciro Nesci poco fa, lei ha messo in comunicazione mondi distanti anche all’interno del mondo dell’arte; come rappresentante di Art Basel in Italia conosce il mondo del collezionismo di fascia alta, ma ha anche condotto una ricerca approfondita sugli spazi artistici indipendenti ed emarginati nelle periferie di Roma. Com’è stata l’esperienza di mettere in contatto realtà così lontane? 
Michelangelo Consani, Perfect Day, 2021, gesso, legno, osso

Michelangelo Consani, Perfect Day, 2021, gesso, legno, osso, cm 49 x 23 x 39 | Courtesy the artist and Gallery Side2, Tokyo 

Damiana Leoni: La sesta edizione di The Milky Way era focalizzata sugli artisti del libro VERA a sostegno di Piano Terra. Nel libro, raccoglievo una mappatura delle realtà indipendenti nelle zone periferiche di Roma, tra cui Tor Bella Monaca, Centocelle, Quadraro, Pietralata, San Lorenzo e Trastevere, alcune già esistenti, altre emerse a seguito della pandemia per fare arte e sperimentare insieme. Dal libro è nata una mostra in collaborazione con la galleria di Alessandra Bonomo a sostegno di Pianoterra. 

Sono forse una figura atipica nel mondo dell’arte perché ho diversi cappelli, ricopro diversi ruoli: non riesco a immaginare un mondo dell’arte a compartimenti stagni. Oltre a rappresentare Art Basel in Italia lavoro per le relazioni esterne del MAXXI come consulente e mi occupo di sostenere giovani artisti, come nel caso del libro VERA.

La conoscenza che ho dei collezionisti è importante per vendere le opere. Però devo dire che ci sono persone che si avvicinano prima al mondo del sociale e che in un secondo momento sono contente di diventare collezionisti dando sostegno all’associazione, felici di portarsi a casa un’opera d’arte, perché, alla fine, l’arte rende felici.

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra,

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Sempre a proposito di VERA, quanto è importante per il vostro progetto proporre artisti poco conosciuti e portarli insieme ad artisti noti ad esporre nelle vostre mostre?

Damiana Leoni: È importantissimo perché la visibilità degli artisti è un elemento fondamentale del mio lavoro. The Milky Way oltre a dare visibilità a Pianoterra la dà agli artisti, soprattutto a quelli più giovani, felici di poter far parte di una collettiva, anche se di tre giorni perché di solito questo è stato il nostro format. 

Alla CONTINUA resteremo tre settimane, perché ci troviamo a San Gimignano e dobbiamo dare il tempo alle persone di venire a vedere la mostra. Tornando a VERA, c’è stata una serie di mostre intorno al libro che ci ha dato grande visibilità. Non avevo idea che ci sarebbe stato tanto seguito intorno a un progetto intrapreso per fotografare il mondo del contemporaneo a Roma. 

Torino, Milano e soprattutto Napoli sono centri del contemporaneo più attivi di Roma, nonostante Roma abbia fra i più importanti musei in Italia, perché Roma è molto centralizzata.  Gli artisti che lavorano nelle periferie sono emarginati perché mancano i collegamenti con il centro. 

È straordinario il fatto di essere riuscita a portare queste realtà al mondo del collezionismo, e portarvi anche curatori importanti che non conoscevano quelle realtà. Per questo, The Milky Way-VERA è stato un progetto molto importante, con una partecipazione incredibile.  I collezionisti sono sempre interessati a conoscere gli artisti giovani le nuove promesse.

Seboo Migone, Casa, 2011,  Carboncino su carta, 67 x 102 cm

Seboo Migone, Casa, 2011, Carboncino su carta, 67 x 102 cm | Courtesy l’artista, foto Vincenzo Germino 

Qual è, per lei, il valore aggiunto dell’arte come strumento di sensibilizzazione ai progetti sociali?

Damiana Leoni: Gli artisti guardano sempre più avanti rispetto a tutti noi. Lo sguardo dell’artista va oltre, senza gli artisti non saremmo seduti a questo tavolo.  Sono loro che ci portano a conoscerci e a conoscere la loro visione del mondo. È attraverso di loro, in questo caso specifico, che riusciamo a comunicare i progetti di Pianoterra; infatti, ogni mostra ha il suo tema.

 Tornando all’associazione, il nome Pianoterra evoca un approccio paritario nella relazione fra associazione e persone assistite. In che modo si traduce nelle vostre pratiche quotidiane?

Ciro Nesci: Questa suggestione ritorna anche nel tema di questa edizione di The Milky Way, cioè uno sguardo orizzontale verso gli altri. Storicamente l’approccio solidaristico, anche quello nobilissimo della carità cristiana porta sempre un dislivello.  Invece, una condizione paritaria, cioè l’idea di fare un pezzo di strada insieme, rende l’elemento della relazione centrale nel meccanismo.

Strada facendo, quasi involontariamente, abbiamo elaborato una metodologia vincente che è stata poi ripresa anche da grandi organizzazioni governative, che vede al centro un accordo fra l’utente e l’operatore. 

Noi facciamo sottoscrivere un patto di reciproco impegno che ha un forte valore solo simbolico, dove un volontario dichiara quello che può fare nello specifico. 

Pascale Marthine Tayou, Kids Mascarade, 2009, stampa fotografica montata su Dibond, 100 x 75 (107 x 82 con cornice)

Pascale Marthine Tayou, Kids Mascarade, 2009, stampa fotografica montata su Dibond, 100 x 75 (107 x 82 con cornice) | Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photo by: Pascale Marthine Tayou – Copyright Line: © ADAGP, Paris

E nonostante siate molto cresciuti siete riusciti a mantenere questa reciprocità?

Ciro Nesci: Da questo punto di vista siamo una realtà ben strutturata. Può apparire banale ma è significativo che ancora manteniamo la prima scheda d’ingresso del nostro primo utente! Ora stiamo facendo un ulteriore passo con il con il ricavato di The Milky Way 07.

In questi ultimi anni il centro storico di Napoli è stato trasformato dall’iper-turismo, un fenomeno che riguarda molte città, e abbiamo voluto affermare la necessità di crearvi spazi di socialità, soprattutto in un tessuto molto sfilacciato come quello di Napoli, perché questo flusso economico messo in moto dal turismo tiene fuori gli ultimi.

Abbiamo cominciato ad ampliarci su Roma nel 2013 perché Alessia è romana, attivando collaborazioni sul territorio. Abbiamo una sede all’Esquilino, storicamente abitata da comunità straniere, e siamo arrivati da cinque anni a Tor Bella Monaca.

A Castelvolturno siamo arrivati perché avevamo una grande frequentazione di donne africane che provenivano da quella zona.  Con mezzi di trasporto di fortuna impiegavano mezza giornata per andare e tornare, e un nostro amico pediatra che all’epoca lavorava con Emergency ci ha invitato a spostarci anche verso quella zona.  Abbiamo ceduto a questo invito e da cinque anni abbiamo un presidio in quel territorio completamente abbandonato da Dio e dagli uomini. 

Carlota Bulgari, Calling Mum, 2021, C-print , vetro, cornice in legno-documentazione, fotografica in sequenza di una live-performance della durata di 60’ - 89.6 x 145.4 cm

Carlota Bulgari, Calling Mum, 2021, C-print , vetro, cornice in legno-documentazione, fotografica in sequenza di una live-performance della durata di 60’ – 89.6 x 145.4 cm | Courtesy l’artista 

Damiana, considerata la finalità di raccolta fondi del progetto, potrebbe dirmi che range di prezzi coprono le opere degli artisti che esponete?

 Damiana Leoni: Si certo, dobbiamo vendere per raccogliere i fondi, quindi in generale, i prezzi restano in un range di 10.000 € al massimo. Poi naturalmente ci sono delle partecipazioni, molto gradite, che vanno oltre perché l’artista è così importante che giustifica il prezzo. 

Nelle edizioni passate proponevo alle Gallerie la possibilità di avere tre o quattro degli artisti della galleria, per instaurare una sinergia. Nel caso di questa mostra, almeno la metà degli artisti provengono da GALLERIA CONTINUA, quindi abbiamo nomi a cui sarebbe stato molto difficile arrivare. Faccio solo l’esempio di Ai Weiwei, ma potrei dire lo stesso di tutti gli altri. 

Gli altri artisti che io ho invitato sono giovani, e mi piaceva dare loro la possibilità di scrivere nel loro curriculum che hanno partecipato a una mostra collettiva con CONTINUA. In questo gruppo, c’è anche un attore americano famoso, Matt Dillon che ha vissuto a Roma e che ha donato un lavoro intitolato Marcello, nome che per me è l’icona romana per eccellenza.

Ai Weiwei, Still Life (After Giorgio Morandi), 2024, mattoncini giocattolo (LEGO), 38 x 38 cm

Ai Weiwei, Still Life (After Giorgio Morandi), 2024, mattoncini giocattolo (LEGO), 38 x 38 cm |  | Courtesy: AI WEIWEI STUDIO and GALLERIA CONTINUA Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Chiedo a Ciro Nesci qual’è stato l’aspetto più gratificante di questa impresa e quali cambiamenti reali e significativi avete osservato durante il vostro percorso.

Ciro Nesci: L’afflato di partecipazione che abbiamo da subito sollecitato ci ha detto che non eravamo soli, che potevamo contare su collaborazioni e questo ci gratifica molto, ed è un elemento di cui non potremmo fare a meno, anche perché ormai l’associazione ha un bilancio importante. 

Abbiamo 30 persone che lavorano stabilmente per noi e quindi c’è la preoccupazione, oggi, di dare continuità domani a questo lavoro. Questo non vuol dire solo vendere un quadro in più o in meno, ma far crescere la partecipazione, e con essa questo circolo di positività.

Per concludere: quale sarà il futuro di The Milky Way?

Ciro Nesci: È una domanda che ci poniamo subito prima e subito dopo ogni edizione. È un lavoro gigantesco, ma nonostante la fatica, soprattutto di Damiana e delle sue collaboratrici, siamo talmente pieni della bellezza di questa attivazione che ci ricadiamo ogni volta. Se ora mi chiede quale sarà il futuro, le rispondo che questa mostra è l’ultima, ma poi non sarà così.

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra,

Installation view: THE MILKY WAY 07, exhibition views Galleria Continua San Gimignano, A group fundraising exhibition created by Damiana Leoni for Associazione Pianoterra, Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA, Photographer: Ela Bialkowska, OKNO Studio


APPROFONDIMENTI
:

catalogo delle opere in formato digitale

edizioni precedenti di The Milky Way

sito dell’associazione Pianoterra

presentazione del nuovo spazio che sarà inaugurato nel cuore di Napoli a fine 2025

Alessandra Alliata Nobili

Founder e Redazione | Milano
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