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Livia Savorelli racconta Arteam Cup: un premio per fare sistema

Tra i tanti premi dedicati all’arte contemporanea che sono nati negli ultimi anni, Arteam Cup ha catturato la mia attenzione.
Se inizialmente il pensiero è stato “eccone un altro!”, Arteam Cup si è invece fatto valere presto per un certo approccio innovativo, declinato di anno in anno con modalità diverse e sostenuto soprattutto dalla volontà di migliorarsi continuamente da parte di un team di professionisti capaci e impegnati nella valorizzazione del contemporaneo.

Ogni anno infatti la rosa dei premi in palio si amplia attivando occasioni concrete di crescita per gli artisti vincitori, tra mostre personali in gallerie e residenze in diverse sedi espositive, curatele e cataloghi, copertine e pubblicità su riviste di settore, management e premi tecnici, acquisizioni in collezioni pubbliche.

La prima edizione di Arteam Cup 2015 presenta 40 artisti alle Officine delle Zattere nella città di Venezia.
Nel 2016 è la volta di Alessandria, con 69 artisti esposti al Palazzo del Monferrato.
Arteam Cup 2017 si svolge invece alla BonelliLAB di Canneto sull’Oglio (MN) con la partecipazione di 70 finalisti, mentre l’anno successivo è ospite della Fondazione Dino Zoli di Forlì con 65 opere.
L’edizione 2019, in mostra nella casa-museo di Villa Nobel a Sanremo, si è chiusa lo scorso 27 ottobre.

Nelle scorse settimane ho incontrato la vulcanica Livia Savorelli, curatrice di Arteam Cup con Matteo Galbiati, e mi sono fatta raccontare dettagli e prospettive sul premio e di più ampio respiro.

Arteam Cup 2019 | Vincenzo Marsiglia: Digital Antica, 2019
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | Vincenzo Marsiglia: Digital Antica, 2019 – performance | ph. Diego Santamaria

Livia Savorelli: Studi in Scienze Politiche; tra i soci fondatori e parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale Arteam dal 2001; Direttore Editoriale di Espoarte dal 2004; curatrice indipendente.
Come nasce l’Associazione Culturale Arteam, definita “attivatore di rapporti umani” dall’attuale Presidente Diego Santamaria, e come si snodano le attività nate al suo interno?

Livia Savorelli: L’Associazione Culturale Arteam nasce nel 2001 con l’obiettivo di dar vita ad eventi artistici e promuovere il periodico Espoarte.
Quando con i membri del Consiglio Direttivo di Arteam, intorno alla metà del 2014, forti della allora quasi quindicennale esperienza con Espoarte, abbiamo deciso di mettere in gioco il nome dell’Associazione, creando il premio Arteam Cup, abbiamo voluto ideare un evento con delle caratteristiche diverse rispetto a quanto già presente nel panorama nazionale: un concorso, organizzato annualmente, riservato agli artisti associati di Arteam, che presentasse ad ogni edizione il “meglio” dei tesserati dell’anno, selezionati da una giuria professionale composta da 6 membri (oltre a me e Matteo Galbiati, rispettivamente membri interni di Espoarte ed Arteam, gli altri quattro giurati cambiano ad ogni edizione e vengono scelti tra critici, docenti, curatori, giornalisti e galleristi).

Arteam Cup 2019: la giuria
La Giuria di Arteam Cup 2019 insieme a Diego Santamaria, Presidente dell’Associazione Culturale Arteam (a destra) | a partire da sinistra: Lorella Giudici (professore di storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Accademia Albertina di Torino), Matteo Galbiati (critico d’arte e docente, direttore web Espoarte, membro interno di Arteam), Antonio Addamiano (direttore Dep Art Gallery, Milano), Virginia Monteverde (direttrice artistica di Art Commission, curatrice in Italia e all’estero) , Livia Savorelli (Direttore Editoriale Espoarte), Chiara Serri (curatrice, giornalista e titolare dello studio di comunicazione CSArt di Reggio Emilia)

L’obiettivo primario è di agevolare il confronto per ogni finalista con location e realtà sempre diverse (dal palazzo storico alla villa d’epoca, dal white cube alla fondazione d’impresa) partecipando ad un evento di altissimo livello, curato in ogni dettaglio, in cui le singole opere degli artisti si nutrano del rispettivo dialogo, in un allestimento ideato da me e Galbiati, in qualità di curatori della mostra, individuando percorsi che valorizzino assonanze e dialoghi, tematiche e stili comuni, nonostante il premio sia a tema libero.

Concepire Arteam come un “attivatore di rapporti umani” – in un mondo in cui la paura porta ad erigere muri, fisici e metaforici – implica un’apertura al dialogo e alla comprensione, alla condivisione con l’altro, valori fondamentali per il progredire di una comunità come quella artistica, troppo spesso penalizzata dall’individualismo e dall’isolazionismo.

Giuseppina Giordano: of all things living…, 2017
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | Giuseppina Giordano: of all things living…, 2017 | ph. Diego Santamaria

L’Associazione ha sede ad Albissola Marina (SV). Quanto conta il fattore geografico, sia a livello di accoglienza e interesse di pubblico che come bacino di utenza degli associati, e come è variato in 20 anni di attività sul e per il territorio?

Livia Savorelli: La dimensione legata al territorio ligure, alimentata dai crescenti stimoli derivanti dal vivere in una cittadina quale Albissola Marina, ricca di storia e in cui si respira arte ad ogni angolo, è stata sicuramente la miccia che ha innestato il processo. Lo sguardo e la direzione sono stati però, sin dai primi anni di attività, rivolti al confronto con il territorio nazionale.

Negli ultimi anni, forti di importanti traguardi conseguiti, come il n. 100 di Espoarte, abbiamo ricercato un maggiore legame con il nostro territorio, portando gli associati di tutta Italia a conoscere il luogo dove tutto è nato: una forte necessità di ricongiungerci con le nostre origini.

Arteam Cup 2019, veduta della mostra
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | ph. Diego Santamaria

Quali sono i vantaggi e le attività principali dell’Associazione, ovvero quali le necessità più impellenti di chi vuole vivere di e nel contemporaneo al tempo presente?

Livia Savorelli: La nostra Associazione si rivolge sia al semplice appassionato sia agli artisti. Tutte le tipologie di tesseramento hanno come benefit l’abbonamento annuale ad Espoarte. L’artista associato ha inoltre la possibilità di partecipare gratuitamente all’edizione di Arteam Cup riferita all’anno del tesseramento.

In più la nostra Associazione, date le crescenti richieste, mette in atto anche delle forme più strutturate di tesseramento, che consideriamo professionalizzanti, personalizzate per ogni artista sulla base dell’età e del percorso finora condotto. Tra pochissimo lanceremo un nuovo progetto, Arteam.coach, un vero e proprio servizio di coaching, volto a migliorare la qualità dell’organizzazione professionale dell’artista Socio Arteam.

Fabio Taramasco: Tondoli, 2017
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | Fabio Taramasco: Tondoli, 2017 | ph. Diego Santamaria

Arteam Cup nasce invece nel 2015 come risultato della pregressa esperienza con Premio Espoarte (2001-2006), poi European Arteam Prize ampliato a iCONarts (International of Contemporary Arts dal 2006) e degli ESPOARTE:awards del 2014.
Ci racconti le motivazioni alla base di Arteam Cup, strutturato più come un torneo nomade a tappe variabili che come un appuntamento fisso?

Livia Savorelli: Come dicevo precedentemente, la vocazione organizzativa di Arteam e dei suoi membri fondatori è stata una caratteristica costante sin dagli albori, facendo germinare format diversi e, soprattutto, calibrati sulle diverse risorse a disposizione.

Nel caso di Arteam Cup, l’obiettivo primario è di dar vita annualmente ad un premio di altissima qualità che, accanto alla competizione destinata all’assegnazione dei molteplici premi in palio, permetta di partecipare ad una mostra sviluppata in location prestigiose (una bella collettiva da inserire per ciascun artista nel proprio curriculum). Gli artisti hanno l’occasione di rendere visibile il proprio lavoro sia alla giuria di professionisti che, ad ogni edizione, decreterà il vincitore assoluto sia alle decine di partners chiamati ad assegnare mostre premio, residenze, premi acquisto, progetti curatoriali, premi editoriale e tecnici…

Ogni associato di Arteam è chiamato, quindi, ogni anno a lavorare con costanza per presentare dei lavori efficaci e di qualità, tenuto conto delle caratteristiche delle opere ammesse previste nel bando, e di candidarsi ad Arteam Cup per accedere alla prima selezione della giuria e, in caso di selezione, approdare alla mostra dei finalisti.

Arteam Cup è un evento che ogni anno seleziona e “qualifica” diverse decine di artisti presentando il loro lavoro al mondo dell’arte che conta, facendo sistema con tutti gli elementi che del sistema fanno parte: galleristi, critici, curatori, collezionisti, enti pubblici. Tutto questo sempre e solo per il bene degli artisti.

Antonella De Nisco: FOGLIaRIA, 2019
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | Antonella De Nisco: FOGLIaRIA, 2019 | ph. Giorgio Teggi

Puoi tracciare un bilancio dei primi 5 anni di Arteam Cup, tra traguardi raggiunti e difficoltà superate?

Livia Savorelli: In questi cinque anni, di strada ne è stata percorsa tanta. Dalla prima edizione a Venezia, all’Officina delle Zattere, la manifestazione è cresciuta in maniera esponenziale, con un importante numero di artisti finalisti per ogni edizione.

Uno degli aspetti più spontanei ed insperati di Arteam Cup è stata l’unione, la condivisione, il vero rapporto umano generato dalle diverse occasioni di incontro dei nostri associati che ha portato ad amicizie, progetti in comune, vere e proprie condivisioni umane e professionali. Il concepirsi non solo come singolo ma come parte di una comunità, con la quale condividere desideri, percorsi ed obiettivi è un traguardo per noi fondamentale come Associazione.

Il premio nasce dalla forza della sua base associativa per sostenerla e farla evolvere professionalmente, questo è il messaggio fondamentale.

Grande soddisfazione, in quest’ultima edizione sanremese, è stata data dalla logica “diffusa” dell’evento: grazie ad alcune performance relazionali selezionate dalla giuria, abbiamo potuto stringere partnership con alcune associazioni del territorio ed instaurare un prezioso dialogo con il territorio, un importante trait d’union con la splendida Villa Nobel.

Una delle più grandi difficoltà è la capacità di comunicare la qualità dei servizi e delle attività di Arteam, data la prassi ormai diffusa di leggere poco o solo le prime righe ;-). Il nostro lavoro è ampio e complesso e non si esaurisce in poche parole, quindi è per noi fondamentale un pubblico attento e curioso, desideroso di approfondire e dialogare in maniera partecipata ed attiva.

Arteam Cup 2019,  un momento della performance | Giovanni Gaggia: Revelatium, 2019
Arteam Cup 2019, un momento della performance | Giovanni Gaggia: Revelatium, 2019 – performance | ph. Sanremo Ricama
Giovanni Gaggia: Revelatium, 2019
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | Giovanni Gaggia: Revelatium, 2019 – performance e ricamo | ph. Livia Savorelli

Tra i vincitori di uno dei premi delle scorse edizioni, c’è qualche artista per cui Arteam Cup è stato quasi un trampolino di lancio decisivo in termini di carriera?

Livia Savorelli: Non volendo citare alcun artista in particolare, posso dirti che molti artisti che hanno vinto premi speciali in galleria hanno avviato dei duraturi rapporti professionali con le stesse gallerie.

Molti artisti mid-career hanno beneficiato della visibilità rinnovata attraverso il premio per ritrovare nuove strade. Alcuni Under 30, grazie ad Arteam Cup, hanno avuto la possibilità di dar vita a mostre con produzione di cataloghi e comunicazione ed, indirettamente, di essere contattati da gallerie che avevano scoperto i loro lavori durante la mostra finale del Premio.

Per non considerare tutti i premi tecnici: produzione di cataloghi, di mostre fotografiche… In tempi di crisi, avere chi ti aiuta in tal senso, non è un supporto fondamentale per il proprio lavoro?

Livia Savorelli, Silvia Margaria, Diego Santamaria durante la premiazione di Arteam Cup 2019
Livia Savorelli, Silvia Margaria, Diego Santamaria durante la premiazione di Arteam Cup 2019 | ph. Lucrezia Roda

In questa quinta edizione di Arteam Cup 2019, l’artista Silvia Margaria (1985) è stata proclamata vincitrice assoluta.
Vuoi presentare l’opera in concorso e ribadire le motivazioni che hanno portato l’artista alla vittoria?

Livia Savorelli: Silvia Margaria si è aggiudicata il titolo di Vincitore Assoluto con l’opera Dispersione, un’installazione mixed media che racchiude una stampa Fine Art da negativo b/n, una lettera ritrovata, un nastro di cotone e una mappa. Si tratta di una porzione dell’opera totale che si compone di 20 stampe e 5 lettere ritrovate, attraverso la quale l’artista indaga il rapporto tra individuo e collettività basato su un equilibrio critico di solitudine e comunicazione, la relazione tra irrequietezza e stabilità, il legame con l’errore, il rischio, il ridicolo e la vulnerabilità.

Dispersione nasce da una camminata solitaria della Margaria, come un “lupo in dispersione”, nel Parco del Marguareis (in Alta Valle Tanaro, sulle Alpi Marittime), nella quale si sono concretizzate una salita e una discesa. Nei giorni precedenti all’escursione ha selezionato una serie di lettere da lei trovate e collezionate: racconti intimi di sconosciuti che rappresentano una raccolta di intenzioni e propositi. Durante la salita l’artista ha letto ad alta voce le parole scritte, adattando la lettura con il suo respiro, e ha poi lasciato le lettere sul cammino disperdendole ancora una volta, per poi recuperarle nella discesa: ha così interiorizzato le storie diventando in qualche modo sia destinatario che mittente.

Silvia Margaria: Dispersione, 2017
Silvia Margaria: Dispersione, 2017 – stampa fine art da negativo b/n su carta cotone, lettera trovata, nastro di cotone bianco, cm 90×40 circa + mappa cartacea e pieghevole, cm 100×70 circa | Courtesy Opere Scelte Gallery, Torino

La giuria di Arteam Cup 2019 ha individuato in questo lavoro «l’esito di un percorso intimistico di osservazione e riscoperta dell’altro, della sua identità e della sua storia».

E ancora «Ritrovare e ritrovarsi, connettersi col mondo e pensare al silenzio della propria solitudine fa riscoprire l’energia di un’umanità espressivamente forte e ancora presente, seppur isolata e sepolta nell’offuscamento del ricordo e della memoria. L’attualità del contenuto di questa ricerca si risolve con il senso del valore dell’atto di resistenza e sull’equilibrio tra la memoria e la sua dispersione. La faticosa ascesa e discesa di un cammino catartico portano l’animo e il fisico dell’individuo a sentire il peso dell’oblio e dell’allontanamento, riaprono una riflessione sull’abbandono e sul nuovo ritrovarsi che, rinunciando ad uno stato di conservazione permanente, riconciliano con una dimensione universale di profonda e irrisolvibile verità».

Arteam Cup 2019 | Silvia Margaria: Dispersione, 2017
Arteam Cup 2019, veduta della mostra: Silvia Margaria, Dispersione, 2017 | ph. Diego Santamaria

Quali saranno le prossime sfide e frontiere di Arteam Cup?

Livia Savorelli: Una delle prossime scommesse sarà quella di stimolare la componente critica, favorendo l’istituzione di premi speciali volti alla creazione di Premi della critica, con in palio progetti curatoriali o inserimenti di alcuni artisti in progetti speciali o mostre.

Vorremmo inoltre consolidare il legame con il mondo delle Accademie, amplificando l’attività di scouting, per supportare e dare importanti occasioni di visibilità e crescita ai talenti Under 30.

Arteam Cup 2019, veduta della mostra
Arteam Cup 2019, veduta della mostra | ph. Diego Santamaria

Infine, qual è il tuo personale pensiero riguardo all’attuale sistema dell’arte e all’approccio del pubblico italiano?

Livia Savorelli: Il pubblico necessita di essere riavvicinato alla cultura e all’arte. Da tempo si avverte una sua disaffezione in termine di partecipazione ad eventi, mostre in galleria, fiere, conseguenza del fatto che, per anni, si è considerato prioritario il mercato, tralasciando l’aspetto culturale e di conoscenza del percorso che precede l’opera.

Ritengo fondamentale per la crescita del sistema poter riattivare quei meccanismi virtuosi, rimessi in atto ad esempio da alcune fiere, prima fra tutte ArtVerona, volti a riportare la cultura al centro del mercato, con talk, incontri e approfondimenti vari.

Bisogna ritornare a far dialogare gli attori del sistema con i fruitori, nella convinzione che l’arte possa aprire scenari di senso a chiunque abbia gli occhi per vedere ed il cuore per ascoltare.

FONTI e APPROFONDIMENTI:
- sito web ufficiale di Arteam Cup (link)

Alice Traforti

Founder e Redazione | Vicenza
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